Novità  19 Gennaio 2023

La rassegna «Malati di niente» riparte più forte di ogni pandemia.

Un’iniziativa realizzata grazie alla proficua sinergia tra COOSS, Asp Ambito 9 e Dipartimento di Salute Mentale del distretto sanitario dell’Azienda Sanitaria Territoriale.

Nella suggestiva location di Villa Borgognoni, a Jesi, il coordinatore di «Malati di niente» Gilberto Maiolatesi ha presentato tutte le iniziative in programma.

Oltre al rappresentante di COOSS sono intervenuti: il presidente Asp Ambito 9 Gianfranca Schiavoni, l’assessore con delega ai servizi sociali Samuele Animali, il coordinatore del Dipartimento di Salute Mentale del distretto sanitario dell’AST, Mario Pettinelli, l’operatrice teatrale Arianna Baldini ed il presidente dell’Assemblea dei soci dell’Asp Ambito 9 Sandro Barcaglioni.

Un parterre molto variegato che ha saputo trattare, con dovizia di particolari, sia della salute mentale sia delle potenzialità della kermesse. Prima di parlare della rassegna però è bene contestualizzare questo tema nel panorama nazionale.

La legge 180, è stato lo strumento legislativo che ha permesso, nel lontano 1978, il progressivo smantellamento degli ospedali psichiatrici e l’inizio di una nuova epoca per la sofferenza psichica. Al posto dei manicomi venivano aperti luoghi di “cura e socialità nei quali l’intervento terapeutico si coniugava con la battaglia per i diritti di cittadinanza, contro lo stigma sociale e il pregiudizio.

La Legge Basaglia che poneva fine all’orrenda esperienza della custodia manicomiale ha dato un forte impulso alla riforma psichiatrica nel suo complesso, ma enormi problemi sono rimasti irrisolti, il più grave è sicuramente la difficoltà di accogliere il diverso e reinserirlo nel tessuto sociale. «Malati di niente» ha l’ambizione di aprire un percorso, nel quale cammineranno insieme pazienti, familiari ed operatori verso un orizzonte ideale rappresentato da una comunità di donne e di uomini ancora capaci di creare legame sociale, inclusione e solidarietà.

«La rassegna parte da lontano, addirittura ad inizio millennio, il Servizio Sollievo nasce infatti l’1 aprile 2003 – dice Gilberto Maiolatesi -. A causa dell’emergenza pandemica tutto si è fermato il 21 febbraio 2020 poi nel settembre 2022 siamo lentamente ripartiti, oggi non posso nascondere l’emozione nel tornare a parlare di questo progetto che riprende a pieno regime – rimarca Maiolatesi -. Nel nuovo millennio c’è una rottura radicale del paradigma medico novecentesco: la cura non riguarda solo il soggetto, ma coinvolge anche la famiglia ed il contesto sociale in cui vive, possono esserci delle ricadute terapeutiche molto positive se pensiamo ad un concetto di salute mentale più inclusivo».

Quali sono gli obiettivi della rassegna?

– Promozione di una riflessione e di una battaglia contro lo stigma sociale, il pregiudizio e il tentativo di revisionare la Legge 180 attraverso la riproposizione di una logica di segregazione manicomiale, per la piena riappropriazione dei diritti di cittadinanza e di reale democrazia.

– Prevenzione e promozione della salute mentale attraverso la valorizzazione delle diversità, contaminazione culturale e intervento sociale sul territorio, attraverso il lavoro di relazione e comunicazione con le scuole e il “mondo giovanile”.

– Costruire e attivare un lavoro di rete con l’associazionismo sociale e culturale, le istituzioni, le strutture del Dipartimento di Salute Mentale dell’AST, il volontariato e il mondo della cooperazione sociale.

Soddisfazione anche da parte dell’amministrazione comunale di Jesi come si evince dalle parole dell’assessore con delega ai servizi sociali Samuele Animali.

«E’ un percorso consolidato, elaborato con spirito di condivisione – dice l’assessore -. L’inserimento sociale è un aspetto cruciale così come tutte le attività volte a valorizzarlo. Colgo l’occasione per ricordare che la giunta comunale ha realizzato una bozza di regolamento per la creazione della Consulta delle persone con disabilità, un altro importante passo in avanti per stimolare la partecipazione alle attività organizzate dall’amministrazione».

Tra mostre, incontri in ambito scolastico e presentazioni di libri anche il teatro assume un ruolo centrale nella rassegna come ricorda Arianna Baldini.

«E’ il posto giusto nel quale potenziare le proprie capacità, questo vale per tutti, dai bambini agli adulti – afferma Arianna Baldini, educatrice teatrale -. Il teatro è linguaggio, è una chiave di relazione fondamentale perché a volte le capacità rischiano di diventare delle fragilità. Il teatro offre nuove opportunità, la possibilità di acquistare sempre maggiore sicurezza».

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