Novità  27 Aprile 2023

“Una mattina era arrivato in visita, sul prato della direzione, un destriero blu di cartapesta, montato su ruote, lunghe zampe, alto quattro metri. “Marco” lo chiamavano; era il cavallo che un tempo trascinava il carretto con la biancheria da lavare, per tutti il simbolo della libertà conquistata.”Quest’opera è stata realizzata nel 1973 all’interno del manicomio di Trieste da un’idea di Giuseppe Dell’Acqua, Dino Basaglia, Vittorio Basaglia e Giuliano Scabia.Realizzato con il contributo dei laboratori artistici creati all’interno della struttura e degli stessi pazienti, “Marco Cavallo” è alto circa 4 metri ed è di colore azzurro, come deciso dagli stessi pazienti.

Le dimensioni sono considerevoli proprio per contenere idealmente tutti i desideri e i sogni dei ricoverati, ciò avrebbe consentito di portare all’esterno un simbolo visibile e rappresentativo dell’umanità nascosta all’interno dei manicomi.L’opera è un simbolo della lotta etica, sociale, medica e politica a favore della legge sulla chiusura dei manicomi, la cosiddetta Legge Basaglia del 1978 , nonché simbolo per gli stessi pazienti delle loro istanze di libertà, liberazione e riconoscimento della loro dignità di persone, fino ad allora negate. Esibito in tutto il mondo come installazione itinerante per sensibilizzare l’opinione pubblica e il mondo politico sui problemi della salute mentale.Nella giornata del 25 aprile, “Marco Cavallo” ha sfilato per le vie di Jesi dove rimarrà fino al 27 aprile.L’iniziativa “Jesi con Marco Cavallo” è promossa dalla Rete del Sollievo nell’ambito della rassegna Malati di Niente, dal Comune di Jesi, Asp 9, Ast e COOSS.